Il settimo tibetano
Ritorno al paradiso
Il ritorno al paradiso è la riconciliazione col nucleo del nostro essere. La rinascita del nostro cuore, la sua libertà ed esuberanza – la gioia di vivere intensamente la nostra origine insomma – tutto ciò non ci può essere regalato da nessun libro o famoso “guru” al mondo, neanche se la “buana novella” è data con un profluvio di belle parole. La disponibilità, l’apertura mentale e il tempo per sperimentare concretamente il fatto che noi non abbiamo solo un corpo, ma che siamo dei corpi, dei corpi animati e che siamo l’Amore nel corpo.
Il respiro energetico del Tibet vi da’ la possibilità di assumere il decuplo di ossigeno ed energia. Tutto il vostro corpo – ogni cellula – viene caricato in modo ottimale di ossigeno ed energia. Tensioni e blocchi fisici e psichici vengono ridotti. La stanchezza cambia diventando vivacità. Lo spirito diventa più chiaro, l’udito e la vista si acutizzano, l’olfatto e il gusto di raffinano. La facoltà percettiva nel suo insieme viene intensificata.
Il respiro energetico del Tibet è un respiro ritmico. Il nostro organismo reagisce ai ritmi respiratori inconsueti allo stesso modo come ai portamenti, ai movimenti e ai loro ritmi: questi nuovi ritmi respiratori ci aiutano a sciogliere, anche nel cervello, tutti i blocchi formati da una mentalità troppo rigida e relativi ai comportamenti. Ci si aprono nuovi modi di vedere. Il nostro modo di pensare, di sentire e conseguentemente anche di agire diventa più libero.
- regolarità
- conoscenza durante la respirazione
- nessuna esagerazione
Percorso del 7. Tibetano
si impara al corso